giovedì 29 ottobre 2009

Schiave cinesi d'Africa

E' dedicato alla tratta delle giovani cinesi in Ghana, Nigeria e Togo il secondo premio del Gran Premio Natali 2009 - Regione Africa. Se l'è aggiudicato Anas Aremeyaw per il reportage "Undercover Inside The Chinese Sex Mafia", pubblicato su The New Crusading Guide. Nella sua inchiesta, la reporter racconta le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla mafia cinese in Africa occidentale. La giornalista, dopo essersi infiltrata nell'organizzazione criminale fingendosi una barista per più di sei mesi, ha messo a nudo un impero gestito da faccendieri senza scrupoli. Che vendono ragazzine cinesi per 6000 dollari, promettendo loro lavori onesti per poi "trasformarle in merce da esporre come carne nelle vetrine delle macellerie". Il tutto, seguendo le mosse di King James, il boss che veste Gucci, indossa Rolex d'oro massiccio e pasteggia con bicchieri di Champagne che le sue schiave non osano lasciare mai vuoti.

Leggi l'intero reportage in Inglese o in Francese

domenica 20 settembre 2009

Gang di chinatown, 17 arresti a Milano

Estorsione, sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo, due tentati omicidi e un ferimento. Tra maggio e agosto la gang di diciassette giovani cinesi s’è data un gran daffare per gestire i suoi affari nella chinatown milanese. Adesso sono tutti nelle mani dei carabinieri e i commercianti del quartiere Sarpi per un po’ possono stare tranquilli.

Le vittime, infatti, erano proprio loro: ristoratori e baristi cinesi, obbligati a pagare il pizzo a loro connazionali e costretti a rifornirsi dai grossisti che i gangster gli imponevano. La banda utilizzava i consueti metodi mafiosi: intimidazione e violenza. E per essere persuasivi c’era tutto un corredo di mannaie, daghe e mazze da baseball.

La gang era organizzata in modo verticistico con un capo, alcuni luogotenenti e una manovalanza composta dai membri più giovani. I carabinieri hanno anche scoperto un giro di squillo che operavano in appartamenti in affitto e una bisca clandestina. Originale (quanto crudele) il sistema di alloggi che la gang mettevano in affitto: quattro phone-center dotati di poltrone o semplici sedie che dopo la chiusura delle serrande venivano girate a due a due e trasformate in letti per pernottamenti a basso costo.

mercoledì 29 luglio 2009

Giocare al Padrino è fuorilegge

Vietato il Padrino online. La Cina ha messo al bando i siti web su cui compaiono giochi con gang mafiose che appaiono in modo "accattivante". E il ministero della Cultura ha precisato che tali giochi "promuovono l'oscenità, il gioco d'azzardo o la violenza" e "minano la moralità e la cultura tradizionale cinese". Secondo il governo di Pechino, i videogame con gli emuli digitali di Marlon Brando "incoraggiano la gente a imbrogliare, rapinare e uccidere, e a glorificare le vite dei gangster", dando un "cattivo esempio ai giovani". L'ordinanza ministeriale prevede maggiori controlli e minaccia "di punire duramente quei siti che continuino a gestire tali giochi".

Nei primi anni seguiti all'avvento al potere dei comunisti, il governo cinese aveva quasi totalmente distrutto le gang mafiose, che però sono tornate alla ribalta negli ultimi decenni, mentre si affievolivano i controlli economici e sociali. Nonostante il coinvolgimento della mafia in attività come il traffico di droga o di esseri umani, film e telefilm girati a Taiwan e Hong Kong e che trattano le gesta delle Triadi sono molto popolari nel paese asiatico. Per il settore dei giochi online in Cina si prevede una crescita quest'anno compresa tra il 30% e il 50%, con ricavi pari ad almeno 3 miliardi e mezzo di dollari. La Cina conta circa 200 milioni di giocatori online, e oltre 300 milioni di utenti internet, il numero più alto al mondo.