I conflitti tra le gang di Chinatown si sbrogliano grazie all'intervento di un boss. Un capo di una certa levatura, non uno qualsiasi. Uno, insomma, in grado di fare da mediatore, da paciere, grazie alla sua statura criminale e alle sue doti "diplomatiche". E' quanto accaduto, per esempio, tra Firenze e Prato. Un primo gruppo criminale cinese, proveniente dalla Francia per sfuggire ai provvedimenti giudiziari di quel paese, era entrato in contrasto, per rivalità legate il controllo del mercato degli stupefacenti, con alcuni elementi criminali dell’area fiorentina.
Da qui ebbe luogo nel 2003 uno scontro all’interno di un locale di Prato che portò successivamente a una ricomposizione fra i rivali grazie “all’intervento di un soggetto cinese residente a Roma che, dopo aver organizzato un summit pacificatore
presso il ristorante […] di Prato alla presenza di una ‘commissione di 54
anziani’, avrebbe fatto in modo che i due gruppi (il ‘francese’ e quello di
Firenze) avessero da allora in poi collaborato.
L’accordo era stato fatto seguendo un preciso cerimoniale in uso nella comunità, ovvero lo scambio reciproco di buste rosse contenenti denaro, in segno di scuse.
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