Nessuna pubblicità per i due boss, portati alla sbarra per aver costruito attraverso l’illegalità un impero che spazia dai casinò all’industria del cemento, dai trasporti agli allevamenti di polli. E poiché l’accusa è di aver costituito una “società nera”, ovvero una cosca mafiosa, i giudici cinesi potrebbero condannarli persino alla pena di morte.
Chi ha conosciuto i due presunti gangster, racconta che le loro sale da gioco in cui si buttano via migliaia di yuan al baccarat sono note a tutti in città. “Sono così potenti che la polizia non li ha toccati per tanto tempo”. E chi li ha visti, paragona Hammerhead a Tony Soprano, mentre Spicy Qin ricorderebbe Micheal Corleone del “Padrino”. Tra i due ci sarebbe un’affinità non solo cinematografica ma soprattutto di interessi e affari che hanno toccato anche la politica.
Lin Guoqin ha fatto parte del Congresso Municipale del Popolo di Yangjiang durante gli anni ’90, quando – secondo gli investigatori – si era già lanciato nel business illegale. Poi ha presieduto la locale Federazione dell’Industria e del Commercio e dal 2000 al 2007 ha seduto al Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (Cppcc), il massimo organismo di consulenza politica del paese.
Le cronache ricordano Spicy Qin per le numerose sponsorizzazioni ed eventi pubblici ai quali ha partecipato. Tra questi, anche l’annuale donazione da quasi 30mila dollari in favore di studenti bisognosi, e l’alleanza con Xu Jianqiang, stretta – a quanto pare – per corredare di un esercito di killer e aguzzini il proprio impero economico.
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