È un mondo chiuso, quello di Chinatown. Quartieri che una volta erano come tutti gli altri e che a poco a poco hanno cambiato faccia. I negozi sono passati di mano, e adesso sfoggiano vetrine costellate di ideogrammi. I proprietari e i dipendenti sono tutti cinesi. La comunità è molto unita. L'obiettivo è la piena autosufficienza. In qualsiasi ambito: dalle merci ai servizi, dalle cure mediche ai divertimenti. Quello che è legale si fa alla luce del sole. Quello che non lo è, si fa di nascosto. E nemmeno poi troppo: nella Chinatown milanese di via Paolo Sarpi, la più famosa d'Italia, era spuntata addirittura una banca clandestina. Niente insegne, ma locali aperti sulla strada e una fitta clientela, prima che la polizia la chiudesse. Chinatown è un pezzetto di Cina trapiantato altrove. Una realtà per certi versi affascinante e per altri inquietante. Una realtà che continua a crescere e che ci invita - o ci sfida - a capirla.
"Rosso Scarlatto", il programma di approfondimento di Radio 3, ospita i "Boss di Chinatown - La Mafia Cinese in Italia". .
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